Media: rentalblog.it
Data: 09/09/2022
Titolo: Il noleggio italiano è troppo frammentato
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Qualche settimana fa, abbiamo pubblicato la prima parte della nostra lunga intervista esclusiva a Mauro Mollo.
In questo secondo articolo, il fondatore insieme al fratello Roberto di Mollo Noleggio, riprende il tema della comunicazione.
Mollo si definisce un imprenditore abbottonato e nella prima parte dell’intervista si mostrava dispiaciuto di aver trasmesso questo suo stile alla propria azienda.
Il tema della comunicazione nel noleggio tocca anche aspetti delicati, non solo di etica e trasparenza, ma di valore comunicato dal sistema nel suo insieme.
Non è sufficiente, infatti, che un noleggiatore comunichi adeguatamente il proprio servizio e il proprio valore al mercato stando sopra o sotto le righe in base al proprio stile.
Se tutto il settore comunicasse il valore del noleggio in modo univoco, il mercato avrebbe una diversa risonanza. Ma per fare questo, occorre che i leader si parlino e collaborino tra loro.
Riprendiamo la chiacchierata con Mauro Mollo proprio su questo tema.
Sai una cosa? Io vorrei fatturare il doppio diminuendo del 20 per cento il costo del canone. Sarebbe un successo incredibile per la nostra azienda, forse non per il sistema noleggio se mi metto nell’ottica dei miei concorrenti. La competizione è normale, a capo di queste aziende ci sono manager che più fatturano, anche a discapito dell’incasso, più guadagnano; quindi, è normale che ci siano questi esiti.
Se andiamo a vedere le principali categorie di attività in Italia, credo che il noleggio occupi ancora un ruolo molto marginale per creare interesse all’esterno.
In Italia non c’è ancora nessuno con i loro volumi.
Penso che questo si potrà fare solo quando in Italia ci saranno le prime tre o quattro aziende del paese che, messe insieme, comporranno fatturati molto importanti, cioè oltre il miliardo.
Certo. Noi abbiamo un mercato incredibilmente frammentato. In Francia, una società da sola supera i 2 miliardi, un’altra sfiora il miliardo e la terza fa 300 milioni. Insieme fanno ben più di tre miliardi e mezzo. In Italia per raggiungere questa cifra servono almeno 4mila noleggiatori. Siamo in tanti, troppi, piccoli e frammentati.
Non credo sia così, i fatturati sono aumentati per tutti. Non mi risulta che nel 2021 ci siano state aziende che hanno perso fatturato perché altre glielo hanno sottratto. Quando tutti i fatturati aumentano vuol dire che nessuno si sta distinguendo particolarmente, è solo aumentata la domanda. Le differenze si vedono quando, a parità di condizioni, alcuni crescono e altri peggiorano. Ieri stavo parlando con un piccolo noleggiatore piemontese che ha 20 macchine e mi diceva che sta crescendo del 25 per cento anche lui.
Non ne ho idea. Non me ne sono mai preoccupato ed è una mia lacuna.
Sicuramente sarebbe interessante farlo, ma ho seri dubbi che un dato del genere, per come viene raccolto oggi, sarebbe veritiero e non inquinato. Ci sono società che dichiarano 30 o 40 milioni all’anno, ma quando a vai a vedere il bilancio scopri che la metà viene dalle vendite perché fanno anche da concessionari per case costruttrici, specialmente nel movimento terra. Quelli non sono noleggiatori, sono concessionari. Usano il noleggio abbassando il canone per poi avere un prezzo competitivo nella vendita. Sono prigionieri delle case costruttrici in quanto devono mantenere numeri di vendita importanti ogni anno, usando il noleggio come strumento di aiuto per realizzarli. Quando poi mandano i dati alle associazioni però ci mettono il fatturato complessivo, non quello reale del noleggio. Se guardi le grandi società estere di noleggio, questo non succede.
No, assolutamente no.
É una questione personale. Io sono una persona molto basica. Non riuscirei a fare diverse cose insieme e unirle tutte nello stesso bilancio. Il noleggio, tra la gestione finanziaria, l’acquisto di nuove macchine, la loro gestione, la vendita dell’usato, mi occupa al 100 per cento. Dover pensare anche a gestire concessionari, andrebbe sicuramente a intaccare il livello qualitativo del servizio. Nei primi anni avevamo anche noi le concessioni dalle case costruttrici, la vendita dell’edile e altre attività insieme al noleggio, tutte unite nella stessa azienda. Col tempo le abbiamo divise perché tenere tutto insieme in un unico contenitore non dava al mercato un’immagine di professionalità. E il mercato ha sempre ragione. Oggi Mollo noleggia, punto. Non ho neanche la struttura per vendere…
No, non è svilente. Qualche anno fa potevi comprare un’auto straniera avanzata con tutti gli optional del caso e pagarla il 25 per cento in meno del corrispettivo italiano, e non era certo svilente. E allora, o l’azienda italiana si adeguava e cercava di capire come faceva quella straniera a vendere a quei prezzi con fatturati altissimi, o ci rinunciava, vendendosi ad esempio alla Peugeot.
Certo, ma tu mi chiedevi rispetto al futuro. Se parliamo dello scenario attuale io sono il più disorientato che ci sia. Subisco aumenti da tutte le parti e mi sono visto contratti stracciati da un momento all’altro. Oggi possiamo pensare solo a difenderci.
L’officina e Centro Assistenza di Vaccheria, un’area di 15 mila metri quadrati, con un centro operativo di oltre 4 mila metri quadrati coperti, che da lavoro a più di 100 collaboratori. É uno dei centri più importanti in Europa, ci ha permesso di avere un grande controllo su tutti i processi più importanti, dalla distribuzione dei ricambi, alla gestione della logistica, all’assistenza e alle riparazioni. Ci ha dato un controllo totale sulle nostre operazioni. Sia a livello di immagine che operativo è stato l’investimento più importante. E non solo in termini economici, ma strutturali. Ormai è il nostro biglietto da visita.
Assolutamente, in questo momento abbiamo già trattative avviate e siamo pronti a fare altre acquisizioni.
Non in quei termini. Non nego che abbiamo avuto contatti con aziende importanti, ma non siamo in vendita.
Non è assolutamente vero, io e mio fratello stiamo benissimo con la nostra azienda. Se mi tolgono questo cosa faccio, vado a fare l’umarell e a guardare i cantieri? La verità è che tutti i big ci hanno chiesto se siamo sul mercato. A livello europeo sono passati almeno in tre o quattro. Chi gentilmente, chi con maggiore insistenza…ma sono passati tutti, e per certi versi mi fa piacere.
Considera che si tratta di grandi gruppi, quindi hanno delle strutture interne di sviluppo e acquisizioni che comprano tanto in Italia quanto in Spagna, Francia e Germania. Lo fanno perché è il loro mestiere, crescono in particolar modo solo con le acquisizioni.
Sì, sono obbligati. L’Italia fa comunque parte della Comunità Europea, ha una popolazione di oltre 60 milioni di persone. Una società multinazionale di noleggio non può ignorarla. Infatti, Loxam, Kiloutou e Boels stanno continuando a investire qui da noi. É normale che i loro staff interni, che peraltro vivono anche di proventi sulle acquisizioni, si interessino a noi. Nello scenario europeo attuale, con un’inflazione superiore al 5/6 per cento, un modo per proteggere la liquidità è quello di fare acquisizioni. Non solo nel noleggio.
Quello sarebbe il massimo. Poter offrire un prodotto di livello a un prezzo competitivo è il sogno di tutti gli imprenditori. Se fossi il proprietario di Manitou il mio sogno sarebbe quello di avere il miglior sollevatore telescopico del mondo, ma non il più caro.
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